IL MIO AMICO OLMO

IL MIO AMICO OLMO
…Non basta dire: c’era una volta… bisogna pensare che questo “c’era una volta” si ripete nei secoli…
Nelle favole non c’erano solo le streghe, ma, prima, c’erano… Cappuccetto Rosso, una luce, una piccola casa …nel bosco … come tutti i misteri e le favole, non ha inizio e non ha fine…

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Intorno a questo olmo, realmente e idealmente, si riuniscono e convergono persone, vicine e lontane… pensieri…sogni…desideri.
Si passeggia, si cammina, per partire… arrivare… tornare… proseguire… si parla e si racconta. Si fa silenzio. Per un mondo di idee, progetti. Si ricorda… da trasmettere.
A volte si è soli, a volte si è in due, a volte in tanti, ma le parole viaggiano, si depositano, decantano, ancora vanno e poi vanno…si capiscono dopo, a volte. Il gruppo dell’olmo è questo. E’ tutto quello che verrà.

IL MIO AMICO OLMO
di Veronica Menghi

Le tele colorate e le acqueforti acquarellate a mano, raccontano Di un bellissimo olmo che per 87 anni è cresciuto nel podere di Santa Lucia nella bella toscana in Val di Chiana.
L’olmo e’ il punto di riferimento del racconto pittorico di Veronica Menghi, che dopo la sua mostra “Astroscopia di Pinocchio” del 2004 ancora una volta è presente al Museo – Biblioteca “Laboratorio delle Parole e delle Figure” alla Fondazione Nazionale Carlo Collodi.
Nelle tele e incisioni c’è l’impegno mentale ed emotivo come pittrice, per descrivere quello che per lei rappresenta la fiaba.
In questa mostra la sua sensibilità è indirizzata alla ricerca e alla traduzione dell’idea poetica e del pensiero di suo padre, l’architetto Roberto Menghi.
Che amando tanto questo olmo, cresciuto accanto alla sua casa in Val di Chiana, assieme a sua figlia Céline e alle sue nipoti, decise di farlo diventare un racconto fantastico, ovvero intorno e sotto a questo magnifico albero, avvengono incontri e convegni sulla bellezza del mondo della fiaba e non solo, che hanno interessato la fantasia di grandi e piccini.
Cinque tele di un metro per un metro, di cui una è dedicata al suo fantastico Pinocchio dal quale non si separa mai.. Due tele di un metro per un merto e mezzo, e cinque acqueforti. Costituiscono la mostra di veronica e diventano un viaggio della mente e del cuore per un racconto favoloso, che descrive il nostro olmo e tutto quello che avviene sopra e sotto ai suoi rami.

“Io sono il testimone dove tutti i personaggi delle fiabe e non solo convergono” è scritto nella prima grande opera a chiare lettere colorate e ritagliate, sul tronco robustissimo e i suoi rami ben nerboruti.

Inoltre, nella seconda grande tela l’olmo accoglie i nomi di tutte le persone che hanno condiviso l’idea poetica di questo mondo fiabesco, di cui chiunque desideri puo’ far parte.
Nelle successive opere vi sono i vari peronaggi della fiaba che si incontrano e vengono descritti con estrema maestria, con un gioco raffinato di tecnica mista pastello a olio e collage su carte giapponesi.
Toni forti, larghi e pieni, vellutati che preludono a grigi sottili e estremamente poetici.

Le cinque incisioni lavorate su lastre di ottone, eseguite con grande professionalità, sono state stampate sui torchi di Daniele Upiglio e costituiscono una piccola e preziosa edizione calcografica numerata da 1 a 35 esempari, quasi a rendere omaggio ai suoi maestri di Brera.
In questa cartella l’olmo viene rappresentato su diversi piani di proiezione e anche di una visione prospettica di insieme di rami, di tronco, di foglie e di cielo.
Veronica Menghi occupa una parte importante nell’arte italiana, proprio per la sua capacità a descrivere questo suo mondo fantastico e particolare, trasmettendolo alle persone.

aprile, 2012
Salvatore Esposito